Fame e sete rendono cibi e bevande più gustosi
Versione di latino tradotta dal Libro
Corso di lingua latina per il Biennio 1° Unità 1-13 Pagina 360 Numero 8
Darius in fuga, cum aquam turbidam et cadaveribus inquinatam bibisset, negavit umquam bibisse iucundius: numquam videlicet sitiens biberat.Nec esuriem Ptolemaeus ederat: cui, ragranti Aegyptum, cum cibarius in casa panis datus esset, nullum cìbum fuit illo dius. Olim ex Socrate quaesivèrunt, cum is usque ad vespeumi ambulàret: Quare id respondit: "Quo melius cenem, obsòno ambulando famem. Quid? Nonne in Laeedaemoniòrum in philitiis (pasti comuni) vidèmus? Ubi, cum tyrannus cem Dionysius, negàvit se iure ilio nigro, quod cenae caput erat, delectàtum esse.Tum is, qui coxèrat: "Minime mirum est. Condimenta enim tibi non fuérunt Et Dionysius: «Quae condimenta?» - «Labor (fatica) in venatur, sudor, cursus ad Eurótam, fames, sitis. His a bus Laeedaemoniorum epùlae condiuntur.
Traduzione
Dario, in fuga, avendo bevuto acqua torbida e inquinata dai cadaveri, disse che non aveva mai bevuto con maggior piacere. Mai evidentemente aveva bevuto assetato. Né Tolomeo aveva mangiato affamato: e a questo, che viaggiava per l'Egitto, essendogli dato in casa da mangiare del pane, niente gli sembrò più piacevole di quel pane del quale si cibava. Si racconta che Socrate, camminava fino a sera a stecchetto essendo stato chiesto a lui come facesse ciò, dicono che rispose : “affinchèpossa cenare meglio, procurandomi l'appetito passeggiando. Che cosa? Non vediamo forse il nutrimento nei pasti pubblici degli spartani? Quando, avendo cenato il tiranno Dionisio, negò di essere stato dilettato da quell'oscuro brodo, poichè era la principale portata del pranzo e del quale tutti si cibavano con piacere. Allora colui che aveva cucinato quella: disse "Non è per niente strano infatti mancavano i condimenti" E quali sarebbero dunque chiese Dionisio, "la fatica della caccia il sudore la corsa la fame e la sete, con queste cose infatti gli spartani condiscono il banchetto".